11 novembre 2016

Eutòpia - Litfiba (2016)

 
    In mezzo a pezzi di rockettone pompato e fine a se stesso (vedi Dio Del Tuono, la traccia di apertura), con testi riciclati e a volte banali, forse il brano che da il titolo all'ultimo lavoro della ditta Piero & Ghigo, Eutòpia, è il migliore dell'album. Una ballad che se non altro, come dice il testo, fa un po' sognare e sperare in un futuro migliore.

    Maria Coraggio si distingue per la musica (niente male l'intro, fa molto western), gli assoli di Ghigo, e soprattutto per la dedica al coraggio di una donna morta per combattere la 'ndrangheta. L'Impossibile si fa ascoltare e contiene qualche buon ricamo chitarristico di Ghigo, ma non va oltre questo, così come tutto il resto dell'album. L'inizio di Straniero assomiglia terribilmente a Vivere Il Mio Tempo di Infinito, e ho detto tutto. Per il resto, Santi Di Periferia, Gorilla Go, In Nome Di Dio, Intossicato, le solite sfuriate di Piero contro l'inquinamento, le guerre di religione, le televisioni che lobotomizzano le menti, ecc... Già sentito. Un Pelù, poi, sempre più parodia di se stesso, inascoltabile in certi frangenti. La sonorità e il ritmo di Oltre ricordano Tex, riportandoci ai Litfiba degli anni '90. C'è da aggiungere tuttavia che, dopo due o tre ascolti, il "tamarrock" ben confezionato nell'album funziona, a patto di ascoltarlo a volumi elevati. Buono l'acquisto di Luca Martelli alla batteria, ha donato vigore alla band con il suo ritmo martellante (nomen omen).

    In definitiva, per mia modesta opinione, qualche buon brano non vale il prezzo del disco, ma tutto sommato può bastare per un fan dei Litfiba dai tempi delle medie che si fa una mezz’ora di fila per avere gli autografi sul CD e una foto con i due vecchietti del rock italiano. Un fan che continua in ogni caso a crederci. Utopia, anzi, Eutòpia!