8 dicembre 2017

The Shape Of Water - Guillermo Del Toro (2017)

 

    Ebbene si, tutti e quattro gli Oscar sono meritati per me. Perché andare al cinema a vederlo? Anche solo per farsi un sogno (e non un sonno) ad occhi aperti di un paio d'ore. Nella prima sequenza la protagonista, Elisa, è letteralmente immersa nel mondo dei sogni. La stanza dove sta dormendo è infatti sommersa dall'acqua, come fosse un fondale marino, e lei vi fluttua, sospesa nel liquido, insieme ai mobili e agli oggetti presenti. Finché la sveglia suona, il sogno finisce e ricomincia la realtà di tutti i giorni.

    I protagonisti di questa storia sono sostanzialmente soli e isolati dal mondo a causa della loro diversità. Elisa è una donna muta che ha come soli amici il suo coinquilino Giles, un uomo sulla sessantina omosessuale, e la sua collega Zelda, afroamericana. I tre vivono e lavorano in un'America anni sessanta razzista e omofoba. La creatura acquatica di cui Elisa si innamora, catturata e portata nel laboratorio dove lei lavora come addetta alle pulizie, è anch'essa sola e viene ripetutamente torturata dal cattivissimo quanto interiormente fragile colonnello Strickland. Anche lui, nonostante abbia una moglie e due bambini da cui sembra però totalmente distaccato, si ritrova solo, nella sua violenta crudeltà e nei suoi problemi psicologici.

    L'atmosfera del racconto è sognante, è immersa nell'acqua fin dalla scena iniziale. L'acqua è protagonista insieme ai personaggi principali. La pioggia incessante e torrenziale cade per buona parte del film, inzuppando i protagonisti e scorrendo sui vetri delle grandi finestre dell'appartamento di Elisa e Giles. L'appartamento si trova, guarda caso, sopra ad un cinema. Nella scena in cui il bagno viene riempito d'acqua da Elisa per diventare il suo nido (o meglio acquario) d'amore, la sala cinematografica sottostante viene invasa dalla stessa acqua che cola dal soffitto. Come a dire che la finzione cinematografica straripa dallo schermo immergendo gli spettatori nella sua illusione, come si è immersi nell'illusione del sogno quando si sogna.

    Nella scena finale, sott'acqua, Elisa subisce la mutazione definitiva. Il mostro buono trasforma le cicatrici che ha sul collo da quando è bambina in branchie che le permettono di respirare nell'ambiente marino. Viene definitivamente trasportata nel mondo della sua amata creatura, così come lo spettatore, guardando il film, viene trasportato dentro il grande schermo, nel mondo di fantasia creato dal regista. A sottolineare, ancora una volta, che il cinema è un luogo di sogni creato per i sognatori.